Segnaliamo qualche esempio trovato nei giorni scorsi su diversi aspetti del giornalismo cinese. Il primo è quello dei corrispondenti dall’estero, che si trovano da un lato nella difficoltà sia di riuscire a capire veramente a fondo un paese così complicato, sia di riuscire a decidere cosa non scrivere, visto il moltiplicarsi di fonti a disposizione, non solo per Internet ma anche per il crescente numero di giornali commerciali.
A proposito di commercio è affari, c’è un altro spunto di analisi che riguarda la pratica in crescita di inserire nei giornali cinesi notizie a pagamento. Sembra inoltre che la cosa avvenga in modo abbastanza trasparente e con tariffe semi-ufficiali. Interessante notare però come ad esempio le compagnie statunitensi potrebbero violare le leggi anti-corruzione del proprio paese, che impediscono di fare “investimenti” di questo tipo all’estero.
C’è poi un fronte, per così dire, di “politica estera”. La Cina sta diventando una potenza anche sul fronte dell’informazione, aprendo con la sua agenzia di stampa governativa Xinhua e CCTV uffici in diverse città del mondo. Xinhua ha anche preso in affitto uno dei maxi-schermi in Times Square, dove trasmette tutto il giorno notizie dalla Cina e pubblicità. Si parla di nuova prospettiva e dal punto di vista del governo cinese è un’attività necessaria per bilanciare i pregiudizi degli occidentali.
Foto: William Ward