• Chi siamo

    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
  • Libri

  • Parlano di noi

    • Da Il giardino delle delizie terrene, di Indrajit Hazra
    • E adesso? su Bnews (Università Bicocca)
    • Da L’uomo tigre, di Eka Kurniawan
    • A Yi e Chan Ho Kei su Alias
  • Autori

Tutti i post su libri

Scrittori dalle metropoli su AngeliPress

Il libro di Andrea Berrini, Scrittori dalle metropoli, Iacobelli editore, ha ricevuto una recensione dal sito AngeliPress:

Andrea Berrini, scrittore, giornalista e fondatore della casa editrice Metropoli d’Asia, da anni si impegna per portare nella nostra quotidianità gli scrittori asiatici contemporanei.
In questo libro mette in relazione il lettore direttamente con gli autori, che non solo parlano di sé e del proprio lavoro, ma raccontano anche le città e le culture, che forniscono ispirazione per le proprie storie.

(continua a leggere su AngeliPress)

Da Oggetti smarriti, di Liu Zhenyun

Finiti i guai con Lao Huang e Wu Laosan, cominciarono quelli con Han Shengli. Quando avevano concordato il prestito, si era detto che glieli avrebbe restituiti entro tre giorni con il trenta per cento di interesse. Erano passati tre mesi e Han Shengli non aveva ancora visto un centesimo. Se uno non restituisce i soldi, i casi sono due: o non ce li ha, o non vuole tirarli fuori. Liu Yuejin diceva di non averli, Han Shengli era convinto che non volesse tirarli fuori. Dopo discussioni e imbarazzi, alla fine Han Shengli aveva concluso, scuotendo la testa: «Una volta che ti comporti bene, anche gli amici diventano nemici».

E di fatto ormai erano nemici. All’inizio Han Shengli andava con la faccia lunga a batter cassa una volta alla settimana, adesso si presentava tutte le sere. Liu Yuejin, dal canto suo, aveva cambiato musica, non diceva che non glieli avrebbe dati e neanche di non averli: «I miei soldi chiedili a Ren Baoliang. Non mi ha ancora pagato lo stipendio, vuoi che vada a prenderli con la forza?».

Da Oggetti smarriti, di Liu Zhenyun

Acquista qui il libro

Da Se non è amore vero allora è spazzatura, di Zhu Wen

L’hotel Jiangnan si trova in una vecchia e trafficata via nella parte meridionale della città. Xiao Ding ci è venuto già diverse volte, e sempre per vedere suo padre. A giudicare dai prezzi si tratta di un albergo di categoria medio-alta, adatto ai quadri del governo con una posizione sicura, di quelli che poi si fanno rimborsare le spese dallo Stato. La volta scorsa papà gli aveva detto che, visto che stava per andare in pensione, alla prossima occasione non avrebbe potuto permettersi di alloggiare in un albergo del genere. Anche se il tono era scherzoso, Xiao Ding aveva pensato che probabilmente a papà la questione stava parecchio a cuore. E ora ecco che una fabbrica produttrice di pezzi per motociclette sfrutta le sue vecchie amicizie e le energie senili di un quadro in pensione, cacciando fuori i soldi per invitare papà a guidare una delegazione in visita nel Sud. E così, per stavolta, papà può alloggiare al Jiangnan anche da pensionato, senza doversi preoccupare.

 Da Se non è amore vero allora è spazzatura, di Zhu Wen

Acquista qui il libro

Acquista qui l’ebook

Da Memorie di un assassino, di Kim Young-ha

La madre di Ŭnhŭi è stata la mia ultima preda. Mentre stavo tornando a casa, dopo averla seppellita, la mia auto si è schiantata contro un albero e si è capovolta. La polizia ha attribuito la causa a un eccesso di velocità che mi ha fatto sbandare in curva. Sono stato operato due volte al cervello. All’inizio pensavo fosse l’effetto dei farmaci. Ero sdraiato sul letto dell’ospedale e mi sentivo infinitamente rilassato. Strano. Prima mi bastava sentire il chiacchiericcio degli altri perché mi saltassero i nervi. Il suono di persone che ordinavano da mangiare, di bambini che ridevano, di donne che spettegolavano. Odiavo tutto. E poi all’improvviso ho avvertito un senso di pace. Ho sempre pensato di avere un animo irrequieto. E invece mi sbagliavo. Come una persona che perde di colpo l’udito, sono stato costretto ad abituarmi a quel silenzio e a quella nuova tranquillità. Non so se per colpa dell’incidente o del bisturi del medico, ma dentro il mio cervello era successo certamente qualcosa.

Da Memorie di un assassino, di Kim Young-ha

Acquista qui il libro

Segnalazioni per Pavana per una principessa defunta

Le recensioni e le segnalazioni ricevute finora da Pavana per una principessa defunta, di Park Min-gyu, pubblicato da Metropoli d’Asia. Il post è in aggiornamento.

L’Indice dei Libri del Mese (settembre 2017)
Internazionale
(marzo 2017)
Chicchi di pensieri
(aprile 2017)


Acquista qui il libro

Da La Cina sono io, di Xiaolu Guo

Quello a cui Iona non riesce a dare un senso, però, è perché un poeta della Cina rivoluzionaria sia passato dal cuore di Pechino a un angolo tanto remoto del pianeta quanto la Nuova Zelanda. La libertà era così difficile da trovare? Torna alla pagina dei Poeti Oscuri e legge di come Gu Cheng si era coltivato da solo una foresta di bambù come barriera intorno alla sua casa sull’isola, di come aveva vissuto in semplicità con moglie e figlio senza quasi alcun contatto con il mondo esterno. Iona dà una scorsa all’articolo. Ci sono altri estratti di poesie, altri commenti analitici. Si sente stanca e ha gli occhi appannati. Salta all’ultimo paragrafo e ha uno shock: l’8 ottobre del 1993 Gu Cheng ha ucciso sua moglie e suo figlio con l’ascia che usava per tagliare la legna e poi si è impiccato. L’articolo lo dice in maniera cruda, non aggiunge dettagli né un movente. Nonostante le poche informazioni, Iona si forma delle immagini incredibilmente vivide. Vede l’ultimo giorno del poeta. Il rumore della barriera di bambù che scricchiola al vento. Forse l’aria era gelida. Conosce quella sensazione. La foschia azzurrina che sale dall’acqua per avvilupparti e rende lo spazio ghiacciato e desertico, il morso feroce del vento che ti azzanna la pelle.

Da La Cina sono io, di Xiaolu Guo

Acquista qui il libro

Acquista qui l’ebook

Pavana per una principessa defunta su L’Indice dei Libri del Mese

Il libro di Park-min gyu Pavana per una principessa defunta, recentemente pubblicato da Metropoli d’Asia, è stato recensito su L’Indice dei Libri del Mese. Viene ricordato come sia uno dei pochi testi coreani tradotti in italiano, per poi passare a un’attenta analisi della trama e dello stile narrativo, con anche qualche annotazione sulla traduzione a opera di Benedetta Merlini.


Acquista qui il libro

Una geografia della letteratura asiatica

Feedbooks ha realizzato una mappa interattiva sull’Asia e la sua geografia letteraria, segnalando anche alcuni titoli di Metropoli d’Asia per quanto riguarda Corea del Sud, Malesia e Singapore. Nell’articolo viene anche riproposta un’intervista ad Andrea Berrini realizzata due anni fa.

Scrittori dalle metropoli su L’Espresso

Su L’Espresso Marco Belpoliti ha parlato del libro di Andrea Berrini, Scrittori dalle metropoli, Iacobelli editore, ricordando con belle parole anche la nostra casa editrice e il lavoro di divulgazione che svolge.

Da Autobiografia di un indiano ignoto, di R. Raj Rao

Quando mi svegliai, scoprii che lo scompartimento era vuoto. La stazione in cui ci trovavamo era strana, diversa da qualsiasi altra stazione avessi visto. Da un lato non c’erano i cartelli nei soliti posti a indicarne il nome. Dall’altro la struttura era differente. L’interno dell’edifi cio era costituito da una serie di enormi archi, che gli davano l’aspetto di una moschea. L’illuminazione era verdognola. Quando uscii, scoprii che tutto l’edifi cio era costruito a forma di fi ore di loto. Allora mi venne un dubbio: era davvero come lo vedevo io, oppure tutto ciò era dovuto all’eroina? Mi stropicciai gli occhi.
Quando l’effetto della droga svanì, cominciai ad avere una vaga idea di ciò che era successo. No, non stavo sognando; l’apparenza non era diversa dalla realtà. Ero involontariamente salito su un treno per il Bangladesh, al confi ne non me n’ero accorto solo perché ero strafatto e rintanato nel bagno. La città in cui mi aveva scaricato la sorte era Dhaka, liberata dal dominio pachistano poco meno di dieci anni prima. Sembrava la fantasticheria di un bambino, quella che ci porta a sospendere volontariamente l’incredulità. Ma una cosa rimase un mistero: come ero salito su un treno a scartamento superiore al normale a Sealdah e uscito fuori da uno a scartamento ridotto a Dhaka. Ancora oggi non so come sia successo. Feci una lunga passeggiata per i vicoli e le viuzze della terra appena scoperta. Percorrevo zone che più tardi avrei conosciuto come Dhanmondi, Motijhul, Jiktuli e Sultan Road, girovagando senza meta. Mi resi conto che ero diventato all’improvviso un immigrato illegale senza documenti in un Paese straniero. Potevo anche fi nire in prigione se mi avessero preso. Questo mi preoccupò. Non riuscivo a sopportare il pensiero della prigione dopo così tanta libertà. Ma era altrettanto poco probabile che potessi tornare in India nel modo in cui ero arrivato.

Da Autobiografia di un indiano ignoto, di R. Raj Rao

Acquista qui il libro

Acquista qui l’ebook

hurnerhu@mailxu.com amavisca-hyon@mailxu.com thurstonsonmaisie@mailxu.com reville.juli@mailxu.com escobar@mailxu.com