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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post su società

L’India e i treni

Annie Zaidi, autrice con Metropoli d’Asia di I miei luoghi, su D – la Repubblica delle Donne ci porta in lungo e largo per l’India in treno, iconico mezzo di trasporto nel paese seppure meno diffuso che in passato grazie al miglioramento della rete stradale e alla diffusione dei voli.

Partendo da ricordi legati ad alcuni biglietti conservati, la scrittrice rivive il mito del treno attraverso aneddoti personali legati alla varia umanità che si incontrava nei vagoni, soprattutto gli onnipresenti venditori di qualsiasi cianfrusaglia.

Annie Zaidi e l’ascensore sociale

In un nuovo intervento su D – la Repubblica delle Donne, Annie Zaidi, autrice con Metropoli d’Asia di I miei luoghi, parte dalla storia dell’attore Nawazuddin Siddiqui, che prima di diventare famoso in India aveva svolto il lavoro di guardia giurata, venendo anche licenziato, a differenza di altri attori che provengono abitualmente da famiglie più agiate e ricevono agli inizi supporto dalla famiglia.

Da qui una riflessione su alcune discriminazioni e separazioni di spazi comuni nelle case degli abitanti di classi alte che hanno ad esempio ascensori separati per fattorini, addetti alla sicurezza o personale domestico.

Annie Zaidi, l’Uttar Pradesh e le donne

Nel suo articolo pubblicato su D – la Repubblica delle Donne Annie Zaidi, autrice con Metropoli d’Asia di I miei luoghi, si sofferma sulla figura di Yogi Adityanath, politico ora alla guida dell’Uttar Pradesh.

L’autrice ricorda le sua posizioni fortemente misogine e controverse, e da lì più in generale la difficilissima situazione di molte donne che ad esempio vengono punite – da gruppi che godono nei fatti di impunità – per aver sposato qualcuno di un’altra casta. Secondo alcuni dati riportati da Annie Zaidi, in India solo una donna su venti è libera di scegliere chi sposare, e il 15% di tutti i suicidi è commesso da casalinghe.

Annie Zaidi e i viaggi

Su D – la Repubblica delle donne Annie Zaidi ha parlato di viaggi. L’autrice, che ha pubblicato con Metropoli d’Asia I miei luoghi, ci lascia qualche riflessione su una apparente nuova mania indiana per i viaggi, chiedendosi però se invece di viaggiare non vogliano invece replicare esperienze che gli sono familiari.

Nella seconda parte Zaidi racconta la sua esperienza con i viaggi, quasi mai in hotel “carini” quanto piuttosto in situazioni di viaggio più “sgangherate”. La riflessione finale è che le esperienze più insolite permettono di vedere le cose più in profondità, viaggiando davvero e non facendo solo del turismo.

Xiaolu Guo sul Sunday Times

Una recensione del Sunday Times sull’edizione inglese di Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, libro di Xiaolu Guo che Metropoli d’Asia pubblicherà il prossimo autunno. L’articolo si concentra in particolare su alcuni aspetti drammatici della giovinezza di Xiaolu Guo, suggerendo un paragone con le esperienze narrate in Cigni selvativi, di Jung Chang.

Annie Zaidi e la demonetizzazione delle rupie

Annie Zaidi, autrice con Metropoli d’Asia di I miei luoghi, ha commentato su D – la Repubblica delle donne la decisione del governo indiano di eliminare i tagli di monete da 500 e 1.000 rupie. Il provvedimento era motivato dall’esigenza di combattere la corruzione e l’evasione fiscale, ma a quanto pare ha generato numerosi problemi pratici nella vita quotidiana degli indiani.

L’articolo di Annie Zaidi si concentra proprio su questo, con alcune riflessioni sul fatto che in attesa di un possibile assestamento della situazione il paese sembra ritornato tutto di nuovo in coda per qualsiasi cosa, come negli anni ’80.

Xiaolu Guo si racconta sul Guardian

Il Guardian ha pubblicato un lungo estratto da Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, di Xiaolu Guo, che Metropoli d’Asia pubblicherà in autunno. L’autrice ha già pubblicato con la nostra casa editrice La Cina sono io e 20 frammenti di gioventù vorace.

Nel testo si seguono le diverse tappe del suo percorso, partendo dal desiderio di andare via da Pechino e l’opportunità ricevuta vincendo la Chevening Scholarship che le ha permesso di trasferirsi nel Regno Unito per studiare regia. Troviamo la descrizione delle difficoltà di integrazione avute con il trasferimento nel dintorni di Londra, e in seguito – in misura minore – nel centro, in una società occidentale diversa da quella che aveva immaginato.

Si arriva poi alla fine della borsa di studio, alla decisione di rimanere nel Regno Unito, fino all’idea del primo romanzo, sfidando le difficoltà di dover scrivere non nella propria lingua madre, e per di più studiando da autodidatta. Ci sono diversi interessanti passaggi sulle differenze tra l’”immaginazione visuale” data dalla lingua cinese e l’uso dell’alfabeto in inglese, e sulle difficoltà incontrate nelle declinazioni verbali.

La penultima parte del racconto è incentrata sull’inaspettata pubblicazione del romanzo da parte di una casa editrice prestigiosa come Random House, dopo essersi rivolta a un agente, cosa invece piuttosto inusuale in Cina.

Infine, nell’ultima parte troviamo il tentativo di tornare a far visita alla famiglia in Cina, le preoccupazioni per cui questo potesse non accadere a causa delle sue pubblicazioni, e il ritrovarsi amaramente con in mano un visto di sole due settimane e soprattutto il passaporto cinese tagliato in ambasciata dal momento che ottenendo il passaporto britannico aveva implicitamente scelto quella nazionalità, e la legge cinese non prevede di avere due passaporti.

“Yes. Great Britain,” I confirmed.
“That’s great. Greater than United States, right?” my mother said, drawing her conclusions from her Maoist education of the 1960s. But I knew that she had no idea about either Britain or America. The only thing she knew about those countries was that they were in the west. “You should take a rice cooker with you. I heard that westerners don’t use rice cookers.”

(continua a leggere su The Guardian)

Xiaolu Guo sulla Brexit

Xiaolu Guo, autrice con Metropoli d’Asia di La Cina sono io e 20 frammenti di gioventù vorace, aveva pubblicato qualche tempo fa un testo, tradotto dal Corriere della Sera, con sue considerazioni sul referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. L’autrice, residente a Londra da diverso tempo, ci porta in un viaggio tra amici e conoscenti nei momenti successivi al voto.

Ho chiamato i miei migliori amici di Londra (sono per la maggior parte europei che vivono in Gran Bretagna da anni), e li ho invitati a una veglia post-referendum. Abbiamo bevuto birra belga e vino italiano (l’origine dei prodotti all’improvviso era diventata importantissima). È arrivata la mezzanotte e siamo finiti a camminare lungo il Regent’s Canal, in preda alla tristezza, sotto il cielo inglese senza stelle. Le luci si erano spente in tutta Europa e le nubi invisibili sopra di noi erano il presagio di un temporale imminente.

(continua a leggere sul Corriere della Sera)


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Tre articoli di Annie Zaidi su D – la Repubblica delle donne

Annie Zaidi, autrice con Metropoli d’Asia di  I miei luoghi, ha scritto tre articoli di opinione sulla società indiana ospitati su D – la Repubblica delle donne.

Nel primo si parla di donne e controlli di sicurezza negli aeroporti e in altri luoghi sensibili, laddove sono sempre più frequenti camerini separati per le perquisizioni, che da apparente gesto di cortesia e discrezione diventa per l’autrice una forma sottile di segregazione. Nel secondo l’argomento è il proibizionismo nei confronti dell’alcool, con i suoi limiti in uno stato in cui basta passare da una provincia “sobria” (con un divieto completo di consumo) a una che non lo è, con relativo turismo alcolico per procurarselo. Il terzo articolo riguarda l’eventualità di organizzare una festa simile alla Tomatina spagnola (peraltro già abbastanza simile all’Holi), con considerazioni e riflessioni sull’opportunità di sprecare cibo in un posto, come l’India, con forti problemi di malnutrizione.


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Tew Bunnag (e le bambole magiche) su La Lettura del Corriere della Sera

Su La Lettura, supplemento culturale del Corriere della Sera, Marco Del Corona si sofferma un fenomeno sociale esploso negli ultimi mesi in Thailandia: le luk thep, “bambole magiche” di fattezze infantili che si ritiene siano portatrici fortuna.

Per parlarne intervista Tew Bunnag, scrittore tailandese autore con Metropoli d’Asia di Il viaggio del Naga e Cortina di pioggia, per il quale si tratta di un fenomeno collettivo di rimozione dai problemi reali dati dalla situazione del paese.

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