Nello scorso capitolo, ovvero alla fine del millennio, sono sorte quattro domande. Poi sono tramontate. Tutto sommato, dare risposte definitive è il compito di un leader: al momento, di risposte e di certezze non ce ne sono. Nelle scuole di oggi non si usano più per gli esami quei fogli protocollo su cui, per scoraggiare i copioni, c’era scritto “Aiutati, che il Ciel ti aiuta”. Tuttavia, per coloro che nutrono curiosità nei confronti dei Moghul e dei pathani, Sri Bimolachoron Deb dichiarò: «Il Bengala per la baraonda, la Cina per l’operosità!», che significa: se si parla di rivolte e tumulti, è difficile battere i bengalesi; ma se si parla di abilità nelle arti e nei mestieri, è difficile battere le fabbriche cinesi. La battaglia fra il governo dello Stato federale e quello dei singoli Stati membri a cui assistiamo ancora oggi cominciò, secondo l’opinione di molti, con il CPM, il Partito Comunista Marxista. I sovrani bengalesi erano spesso dei tipetti spericolati. Non erano soliti rispettare gli ordini impartiti dai Moghul e dai pathani. «Si faceva una rivolta dopo l’altra, ancor prima che si fermasse la rivolta precedente»; questa è sempre stata una tradizione del Bengala. Alla fine del 1999, le dinamiche non erano cambiate. Ancora non era finita la marcia militare dell’epidemia di malaria e del film festival, che già si sentivano gli araldi degli incidenti sugli autobus e degli autobus incendiati. E nelle pause intermedie, qualche festival della poesia, qualche rapimento, un omicidio, e qualche rapido caso di malversazione. Che tutto ciò si fosse calmato oppure no, già arrivavano le trombe e le cornamuse dell’All Bengal Congress. Iniziavano a girare i pettegolezzi sul capodanno, e sulle relative gare a chi mangia più torte, e poi d’un tratto cambiavano direzione. E allora la gente iniziava a scalpitare, a incuriosirsi, a chiedersi con petulanza che cosa era successo. A questo stadio, l’unica mossa intelligente è non fare domande.
Scrittori dalle metropoli su Blow Up
Il magazine Blow Up ha pubblicato una recensione di Scrittori dalle metropoli, l’ultimo libro di Andrea Berrini pubblicato da Iacobelli editore. Nell’articolo si sottolinea la capacità di andare oltre l’intervista e di inserirsi all’interno di un viaggio di scoperta e osservazione in una delle zone del mondo in più rapida trasformazione.
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7285
Da Pavana per una principessa defunta, di Park Min-gyu
Lei era lì, in piedi sotto la neve.
Il primo giorno di neve… e io compivo vent’anni. Ricordo la lunga, triste distesa di risaie vuote, qualche albero sparso… la penombra oltre il finestrino e il pullman che sfrecciava verso la periferia. Percorremmo chilometri senza scorgere anima viva. Lei… ci sarà? Dubitai fino all’ultimo. Il pullman rallentò. Una radio gracchiava, ma io riuscii a distinguere Auld Lang Syne suonata da un’armonica. Forse… ci sarà, pensavo con la fronte appoggiata al vetro gelido. A poco a poco l’oscurità prevalse sul crepuscolo e avvolse il pullman, che si fermò qualche decina di metri più avanti, come per inerzia. Lei era lì, sotto la neve, all’ombra di un cartello inclinato che sembrava uno spaventapasseri con un braccio rotto.
Avevo appena posato i piedi a terra che il pullman ripartì, e mentre cercavo di ritrovare l’equilibrio, ebbi l’impressione che la terra stesse cedendo. Non si trattava di un’illusione: la terra continuava a girare anche nell’oscurità… Lei c’era. Eccoci lì, uno di fronte all’altra… inevitabilmente, come la Luna che segue la sua orbita malgrado i nostri occhi non ne percepiscano il movimento.
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7280
La storia di Xiaolu Guo, e del suo villaggio diventato città
Xiaolu Guo, autrice con Metropoli d’Asia di La Cina sono io e 20 frammenti di gioventù vorace, racconta sul Guardian la sua storia e soprattutto la storia della sua città, Wenling, che da quando la scrittrice era adolescente si è trasformata da un viaggio senza neanche un semaforo a una città da più di un milione di abitanti. Come ricorda nel suo blog sul Corriere della Sera Marco Del Corona, che ha segnalato l’articolo, la città si trova non lontano da Wenzhou, da dove provengono quasi tutti i cinesi che arrivano in Italia.
Nel racconto di Xiaolu Guo si può leggere come sia drasticamente cambiato il paesaggio urbano, così come le abitudini delle persone che ora possono raggiungere comodamente Shanghai con l’alta velocità. Con l’industrializzazione – ricorda Xiaolu Guo – arriva anche il cancro, che porta via i suoi genitori.
I grew up in a semi-tropical southern village, and that village grew up with me. We both underwent huge changes. I went from being a skinny, snot-nosed, lonely girl into an adolescent hungry for escape, while my village grew from a small agricultural town (Xian), into a bustling city (Shi) of 1.4 million inhabitants.
Today, Wenling is a typical medium-sized metropolis in Zhejiang province, southern China. Like many of the hundreds of Chinese towns that have grown into cities over the past 30 years, it is full of brand-new but cheaply constructed skyscrapers, casting shadows on rough-looking peasants, their root vegetables stuffed in shoulder bags as they trudge along newly paved highways.
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7245
Segnalazioni per Scrittori dalle metropoli
Il nuovo libro di Andrea Berrini Scrittori dalle metropoli, pubblicato da Iacobelli Editore, con gli incontri di alcuni degli autori di Metropoli d’Asia sullo sfondo di quattro città asiatiche, ha già ricevuto diverse recensioni e segnalazioni su importanti testate: La Lettura del Corriere della Sera; Internazionale; Avvenire; il manifesto; Il Foglio.
Si può inoltre leggere da qui un estratto del libro pubblicato da Doppiozero, e ascoltare un’intervista ad Andrea Berrini su Books On Air.
Altre segnalazioni:
Pagina99 (luglio 2017)
Panorama (luglio 2017)
Il Cittadino di Lodi (giugno 2017)
Wikieventi (maggio 2017)
Rock’n'Read (maggio 2017)
Wikieventi (maggio 2017)
Tg2 – Eat Parade (maggio 2017)
Blow Up (maggio 2017)
la Repubblica (maggio 2017)
Milano Weekend (maggio 2017)
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7238
Scrittori dalle metropoli su Il Foglio
Su Il Foglio si è parlato di Scrittori dalle metropoli, l’ultimo libro di Andrea Berrini pubblicato da Iacobelli Editore. Sono stati ricordati gli autori nel “racconto dei racconti” dei loro incontri, e sono anche state spese bellissime parole sulla nostra casa editrice.
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7234
Pavana per una principessa defunta su Internazionale
Internazionale ha ripreso una recensione della rivista Kirkus Reviews per segnalare Pavana per una principessa defunta, il nuovo libro di Park Min-gyu appena uscito per Metropoli d’Asia.
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7229
Un estratto di Scrittori dalle metropoli su Doppiozero
Su Doppiozero si può leggere un estratto da Scrittori dalle metropoli, l’ultimo libro di Andrea Berrini da poco pubblicato da Iacobelli Editore.
Zhu Wen: stralci da un’intervista. Parole sue in viva voce, in quell’inglese approssimativo. Traducendole in italiano fatico a riprodurre un’intonazione, la cantilena personale. Vengono frasi un po’ afone: ma tant’è.
Casa sua è Nanchino, la sua giovinezza nella seconda metà dei dorati anni ottanta promessa di riforme, di maggiore libertà, di vento nuovo. Finita e archiviata la Rivoluzione Culturale, riabilitate molte tra le vittime.
Niente studi letterari: la famiglia gli impone la facoltà di ingegneria per irreggimentarlo. Fin da bambino, dice, “ero pieno di talento e quindi considerato una testa calda: attenti, dicevano gli insegnanti ai miei genitori. Sa pensare con la sua testa”. Sa usare le parole, sa esprimersi, è il migliore quando scrive articoli per il giornale della scuola. Me lo racconta Zhu Wen, tutto questo: è la sua versione.
Si è seduto tranquillo, abbandonato sullo schienale. Nessun nervosismo, nessuna urgenza di sottolineare passaggi importanti. Racconta, e chissà quante volte già gli hanno chiesto di raccontare se stesso. Ho letto alcune interviste, oggi mi sembra – o è una mia speranza – che ripercorra le proprie tappe con più libertà, come se stesse parlando di un altro. Lo aiuta il tono strafottente, sempre: liumang. Con me se lo può permettere, lo sa.
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7216
Scrittori dalle metropoli su il manifesto
Il nuovo libro di Andrea Berrini, Scrittori dalle metropoli, è stato recensito su il manifesto da Simone Pieranni. Nell’articolo si mette in evidenza il percorso di ricerca e confronto con l’Asia sulla base delle nostre esperienze, con accenni alle storie raccontate.
Un parallelismo viene poi fatto con Forma Sinarum, personaggi cinesi nella letteratura italiana, di Danilo Soscia, Mimesis, che viene considerato specchio della ricerca di Berrini e cristallizzazione delle nostre considerazioni, in particolare verso la Cina.
Scrittori dalle metropoli sarà presentato domani 19 marzo a Roma all’interno di Libri Come, con Simone Pieranni e Maria Nadotti.
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7211
Pavana per una principessa defunta
Pavana per una principessa defunta, di Park Min-gyu
Il protagonista di questo romanzo, segnato dalla separazione dei genitori (il padre, un bellissimo uomo diventato star del cinema, ha abbandonato lui e la madre, una donna dall’aspetto insignificante), conduce un’esistenza inconcludente. Trova lavoro nel parcheggio di un grande magazzino, dove conosce una ragazza molto brutta e stringe amicizia con un collega più grande di lui che ama molto filosofeggiare e bere birra. Siamo a metà degli anni Ottanta a Seul, un periodo di boom economico. Il protagonista, che ha ereditato la bellezza dal padre, si avvicina alla ragazza, e lentamente nasce un rapporto sempre più profondo e delicato. Con la complicità del collega, si crea un terzetto che trascorre insieme la maggior parte del tempo libero, in un viaggio di conoscenza reciproca e di amicizia bruscamente interrotto dal tentato suicidio dell’amico e dall’improvvisa partenza della ragazza. La ritroverà dopo molte ricerche: la storia sembra destinata al lieto fine, ma un tragico incidente spezzerà questo sogno, che però riprenderà qualche anno dopo, sotto altre forme, in un gioco di prospettive e punti di vista discordanti dove niente sarà più come sembrava un tempo. Con uno stile caratterizzato da continui rimandi tra il presente e il passato e frasi spezzate come la memoria dell’io narrante, Park Min-gyu affronta con sguardo ironico e incisivo la frenesia della società contemporanea e i suoi miti di progresso.
Se in quel momento non mi avesse stretto la mano e non avesse posato piano la sua testa sulla mia spalla… non sarei stato capace di respirare, né di aprire gli occhi in quel mare profondo dove non c’erano più pesci. Appoggiati l’uno all’altra, non parlammo più, ascoltammo semplicemente la musica, con un auricolare a testa. Let me take you down, ’cause I’m going to Strawberry Fields. Nothings is real and nothing to get hung about. Strawberry Fields forever.
Non esiste un luogo eterno, come non esiste un uomo eterno, ma quella notte cominciai a credere che determinati ricordi possano esserlo. Quell’autobus procedeva in direzione di Seul lento come un carretto… All’interno l’aria era pesante e si percepiva una puzza di sterco di cavallo e di piedi, dato che un passeggero si era tolto le scarpe. Percepimmo quell’odore come se fosse stato sprigionato dai nostri corpi. Usciti dalla stazione dei pullman, le abbottonai il cappotto fino al collo, poi attraversammo il piazzale e il passaggio sotterraneo avvolti dall’oscurità, infine prendemmo un altro autobus per rientrare a casa. Non brillava nessuna luce colorata, ma per me, in quel momento, la notte rappresentava il Natale. Era Natale.
«Tra gli autori coreani più conosciuti del nuovo millennio, Park Min-gyu scrive con stile leggiadro e arioso di argomenti molto profondi e spinosi, provando sempre grande empatia per i cosiddetti “perdenti” esclusi dalla massa».
List
«A volte si ride di fronte alla rigidità quasi caricaturale dei rapporti sociali coreani, altre volte ci si commuove per l’esclusione, il disprezzo e la silenziosa sofferenza provocati da una diversità rifiutata e punita dalla società imperante. Questo romanzo disseminato di musica, da Ravel ai Beatles a Bob Dylan, è una bellissima scoperta».
La cause littéraire
Traduzione dal coreano di Benedetta Merlini
https://www.metropolidasia.it/blog/?p=7206