Nel piccolo aeroporto Sihar colpì ripetutamente con i pugni la panca in formica, scorticandosi le nocche delle mani. Colava sangue arancione scuro. Il sapore salato dell’aria di mare impregnava da ogni lato la piccola isola. Era infuriato con se stesso per non aver colpito Rosano così da impedirgli di causare il disastro che aveva previsto. E adesso per colpa sua il corpo del suo amico era scomparso senza alcuna traccia. Il solo commento di Rosano fu: «Anche noi siamo dispiaciuti per quello che è successo. Ma hanno agito in modo incauto. Tutto sommato l’incidente non è poi così grave. Infatti non abbiamo dovuto evacuare la piattaforma. E per questo possiamo considerarci fortunati. Purtroppo è uno dei rischi del lavoro», e aggiunse altre poche parole di giustificazione che mostravano quanto considerasse di poca importanza l’incidente appena avvenuto. Sihar si maledì. Era disgustato.
Da Le donne di Saman, di Ayu Utami