Da Verso Nord. unonoveottootto, di Han Han

Dopo la rimpatriata, durante la quale ciascuno aveva spiegato ai compagni che lavoro faceva e quale posizione ricopriva, andai da solo a fare una passeggiata nel parco per misurarlo con i passi: quarantotto in lunghezza e venti in larghezza. Era il luogo che custodiva i ricordi più teneri dell’infanzia, e io lo avevo tradotto in cifre. Mi tornò in mente un giorno: era l’ora di pranzo, il sole era accecante, io mi ero arrampicato sul punto più alto dello scivolo e da lì avevo spiccato un salto aggrappandomi all’asta della bandiera. Poi mi ero spinto ancora più su di qualche metro sull’asta, aiutandomi con la corda. Da un’altezza mai raggiunta in precedenza da altri, avevo scrutato tutta la scuola, schiaffeggiato dalla bandiera nazionale che sventolava.
L’estate era alle porte.

Da Verso Nord. unonoveottootto, di Han Han

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