Mangiamo finché c’è luce. Durante queste cene mi riferiscono le notizie che hanno sentito alla radio o i pettegolezzi locali. Aspetto con ansia questi incontri quotidiani. Per fortuna, nonostante nessuno di loro tocchi alcolici, non sono infastiditi dal fatto che io mi porti il mio bicchiere di whisky. Normalmente ci separiamo subito dopo aver finito di mangiare. A volte però uno di loro inizia a parlare, ricordando eventi di prima dell’arrivo dell’inondazione, come se sentissero il bisogno di restare legati a un passato che sta scomparendo. Li ho già sentiti quasi tutti, ma mi stupisce il modo in cui riescono a continuare ad aggiungere particolari ai loro ricordi. Mi accorgo sempre di più che le loro storie irrompono nella mia mente e si mescolano con le mie reminescenze delle cose successe, di quelle che sarebbero potute succedere e di altre scivolate fuori da tempi remoti. Così l’acqua dissolve i confini tra le nostre realtà separate. Trasportate dalla stessa corrente, le nostre esperienze stanno iniziando a fondersi in una massa informe.
Da Cortina di pioggia, di Tew Bunnag