L’altra ragione del pessimo umore di Marisa aveva l’aspetto della scarmigliata figura maschile distesa sul letto dall’altra parte del vetro, a meno di un metro da lei: il suo amante da favola con il quale non voleva più stare. Erano passati sei mesi da quando aveva deciso di lasciarlo e ancora non aveva fatto un passo avanti. Aveva acceso incensi e candele in tanti templi diversi, chiedendo il coraggio di affrontarlo ma, ogni volta che se ne era presentata l’occasione, si era tirata indietro. Quella notte pareva fosse la conclusione perfetta, il momento della verità dopo che il film era terminato e il loro progetto comune giunto a compimento. La tempistica aveva un senso.
Da Il viaggio del Naga, di Tew Bunnag