Nella prossima edizione del DSC Prize, gli autori divideranno il loro premio con i traduttori. Come riporta in questo articolo il sito The Pioneer, non è la prima volta che accade una cosa del genere, ma è la prima volta per un premio così prestigioso.
Stanno quindi cambiando i tempi? Forse, ma nella seconda e più lunga parte dello stesso articolo si analizza più in dettaglio la situazione del ruolo di questo mestiere, e si ritiene che i passi compiuti non siano molto significativi.
In India, ne avevamo già parlato, tutta la questione assume poi dei connotati particolari, che vanno al di là del linguaggio formale, e in particolare alla resa con l’inglese. Riferimenti culturali, formule tipiche, opportunità o meno di inserire note, sono solo alcune delle questioni in ballo.
L’articolo segnala un’iniziativa del Ministero della Cultura indiano chiamata Indian Literature Abroad, che cerca di tradurre e promuovere la letteratura indiana nelle lingue ufficiali dell’Unesco, che sono inglese, francese, arabo, spagnolo, russo e cinese.
Foto: Greg Walters