• Chi siamo

    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
  • Libri

  • Parlano di noi

    • A Yi e Chan Ho Kei su Alias
    • Ayu Utami su Alias
    • L’impero delle luci segnalato su Internazionale
    • Metropoli d’Asia sulla Rivista Tradurre
  • Autori

Tutti i post su Corea del Sud

Intervista a Kim Young-ha

Kim Young-ha parlerà il 5 settembre alle 16 al Festivaletteratura di Mantova, in un incontro dal titolo La Corea è il suo doppio. Con lui Marco Del Corona, che intanto l’ha intervistato per il Corriere della Sera. Si parla delle due Coree a tutto campo, oltre ovviamente del libro L’impero delle luci da poco uscito con Metropoli d’Asia.

Kim Young-ha a Mantova per il Festivaletteratura

Manca poco al Festivaletteratura di Mantova, che quest’anno vedrà la partecipazione di Kim Young-ha, autore con Metropoli d’Asia di L’impero delle luci. Più precisamente il nostro autore interverrà il 5 settembre alle 16 nell’incontro La Corea è il suo doppio, insieme al giornalista del Corriere della Sera Marco Del Corona. Da questo link si può vedere il ricchissimo programma di tutti gli eventi della manifestazione.

L’impero delle luci recensito da Wuz

Il sito Wuz ha dedicato una lusinghiera recensione a L’impero delle luci, di Kim Young-ha, soffermandosi su alcuni aspetti della trama e definendolo un “romanzo psicologico” al di là degli aspetti più strettamente connessi al genere spy-story.

15 marzo 2006. Le idi di marzo – e non è un caso che sia questa la data scelta, “guardati dalle idi di marzo” aveva avvisato l’indovino rivolgendosi a Cesare nella tragedia di Shakespeare -, una giornata particolare nella vita di Kim Kiyŏng, quarantaduenne abitante a Seoul, proprietario di una piccola società di importazione di film stranieri. Potrebbe proprio essere questo, “Una giornata particolare”, il titolo del romanzo dello scrittore coreano Kim Young-Ha invece de “L’impero delle luci” derivato da un famoso quadro di Magritte – uno dei tanti riferimenti alla cultura occidentale che si incontrano nel romanzo, insieme a quelli a Huxley, a Oscar Wilde, a Camus, ai film di grandi registi.

(continua a leggere su Wuz)

L’impero delle luci su L’Espresso

L’Espresso dedica una pagina intera a L’impero delle luci, di Kim Young-ha, appena uscito con Metropoli d’Asia, ricordando anche la presenza dell’autore al prossimo Festivaletteratura di Mantova.

Clicca sull’immagine per ingrandirla

Kim Young-ha al Festivaletteratura

Il nostro Kim Young-ha, autore di L’impero delle luci, parteciperà al prossimo Festivaletteratura di Mantova, dal 4 all’8 settembre. Da qui si può vedere l’elenco completo degli autori invitati. Kim Young-ha sarà l’unico scrittore proveniente dall’Asia orientale.

L’impero delle luci sul Corriere della Sera

Il Corriere della Sera parla dell’ultimo libro di Metropoli d’Asia, L’impero delle luci, di Kim Young-ha. Da qui ad affrontare temi più ampi legati al rapporto tra le due Coree il passo è breve, e in questo caso si mette l’accento sulla ricerca di identità in un gioco di ruoli nel quale si prefigura l’esistenza di una “Corea di mezzo”. L’autore dell’articolo, Marco del Corona, sempre sul Corriere ha anche un blog dedicato all’Asia.

L’impero delle luci su China Files

China Files ha già recensito L’impero delle luci, di Kim Young-ha, appena uscito con Metropoli d’Asia.

Con l’occasione si parla anche dei 25.000 profughi nordocoreani nel Sud, e di quelli tra loro accusati di spionaggio.

Una spy story dalla Corea del Sud

La letteratura, si dice, è nemica dell’attualità. Si situa in contesti senza tempo, pretende di rappresentare ciò che dura, ciò che non si situa in un contesto determinato. Cerca, forse presuntuosamente, l’universale.

La anomala spy story coreana che mandiamo in libreria rompe senza volerlo questo schema. L’impero delle luci del quarantacinquenne Kim Young-ha uscì in Corea del Sud nel 2006. Visitando Seoul nel 2009 mi stupii della scarsa attenzione data a quest’autore, che già aveva nel suo carnet un paio di romanzi interessanti, e da allora ha cominciato a imporsi al mondo: finalista al Man Asian Literary Prize, tradotto e pubblicato in USA, Francia, Germania, e finalmente da noi con questo primo titolo a cui altri seguiranno.

Ma allora, nel 2006, una spy story a cavallo del 38° parallelo sembrava fuori tempo. E invece, forse, Kim Young-ha sapeva prevedere: l’escalation della Corea del Nord, la corsa all’atomica (e ai missili a lunga gittata capaci di portarla lontano), sono procedute a strappi, ma progressivamente. Lo scorso marzo Kim Jong-un arrivava a dichiarare decaduto l’armistizio sul quale da più di sessantanni si incardina la storia di due paesi così diversi, ma costretti a convivere come le due metà di una mela: l’uno, è ormai la rappresentazione museale di un comunismo come non si trova più nel mondo quasi fosse una specie in via d’estinzione, l’altro, è il prototipo di un’Asia emergente e prospera dove le esistenze si avviano verso destini individuali di solitudine e disperazione e deragliamento.

Kim Young-ha racconta la sua storia sul canovaccio dell’ultima giornata da uomo libero di una ex spia nordcoreana a Seoul, un uomo che dopo essersi costruito in vent’anni una famiglia e una carriera si vede improvvisamente richiamato in patria da un ordine inatteso, lanciato da un potere superiore che non dava traccia di sé da più di un decennio. La sua lotta per la sopravvivenza, la reazione all’ordine impartito non sono che l’arena entro il quale Kim Young-ha ci apparecchia lo slowmotion di una mezza dozzina di personaggi sui quali è capace di zoomare con perizia, portandoci avanti e indietro nel tempo lungo trentanni di storia del Nord e del Sud, dove i colpi di scena tipici di ogni grande spy story si rispecchiano nei disvelamenti privati, negli shock connaturati alle esistenze metropolitane di un mondo – quello del Sud – cambiato troppo in fretta.

E qui, va a capire perché, Metropoli d’Asia va curiosamente a incocciare sull’attualità politica e mediatica: mandiamo in libreria L’impero delle luci di Kim Young-ha mentre il dittatore bambino Kim Jong-un sposta i suoi missili da una parte all’altra del paese, tirando la corda senza mai spezzarla, in una sorta di show a beneficio dei propri concittadini che si riverbera sul mondo intero, come ho voluto narrare in un mio editoriale su Doppiozero: Asia a perdita d’occhio.

Tre piccioni con una fava allora: il romanzo e la sua capacità di scavare dentro ai personaggi, la spy story densa di colpi di scena, e, perfino, l’attualità.

Con una ciliegina sulla torta: Kim Young-ha viene in Italia, dopo l’estate. Vogliamo che incontri il nostro pubblico, e sarà il più vasto possibile.

auckley.amber@mailxu.com