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ISBN 9788896317501
Pagine 344
Euro 16,50
Una bellissima ragazza cinese, Ling, viene trovata annegata nella piscina di una villa in un complesso residenziale esclusivo di Singapore, l’Inlet. Il vicecommissario Cheung Fai, chiamato a indagare sul caso, concentra i suoi sospetti su Jasper Gan, playboy viziato e trader reduce da una pesante bancarotta. Jasper è ilnipote prediletto di Willy, un immobiliarista ricchissimo e senza scrupoli che non esita a usare la sua influenza per scagionare il ragazzo coinvolgendo Winston, commissario di polizia desideroso di trovare un ruolo di primo piano in politica. Sullo sfondo di una Singapore ricca e patinata, vittima di una spropositata crescita economica, vengono ricostruite le vite dei protagonisti: Ling, ragazza inquieta che lavora in un locale di karaoke ma vuole di più; il vicecommissario Cheung Fai, istintivo e in crisi con la moglie, giornalista di cronaca nera, a causa di troppe infedeltà; la signora Fung, enigmatica e affascinante proprietaria del locale in cui Ling e altre ragazze si esibiscono in abiti succinti; Willy Gan, uomo d’affari avido e insaziabile, incapace di accettare qualunque forma di rifiuto; il misterioso ML, ex fidanzato della vittima che sfugge all’identificazione della polizia. Le loro storie si intrecciano e rivelano legami che a prima vista nessuno poteva sospettare, rendendo la trama avvincente e tessuta con grande abilità sullo sfondo di Singapore, città-Stato piena di contraddizioni. Niente è come sembra…
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«Quando torni a casa? È la domanda che il signor He le pone in tutte le lettere che manda. (È un corrispondente prolifico, all’antica, con ogni lettera scritta con cura certosina, con la stilografica, niente biro economiche per lui, e neppure email; guarda tutti i computer con sospetto, quasi fossero bombe a orologeria.) Ed è una domanda che i suoi genitori non mancano mai di farle quando chiama casa, una volta alla settimana. Suo padre, un uomo emotivo, ha pianto apertamente quando ha detto che andava a Singapore. È uscita dalla Cina solo mentendo, mentendo eroicamente, senza cedimenti, in modo epico, in faccia ai genitori. Ha detto che era stata assunta per un lavoro molto, molto importante su un superfarmaco in un laboratorio di ricerca di Singapore. Ha tracciato di quel laboratorio un’immagine di livello inarrivabile, con attrezzature all’avanguardia e ricercatori provenienti da tutto il mondo. Ha elencato i dettagli del farmaco prendendoli da un articolo trovato in rete. Non avendo mai avuto molte occasioni di mentire, resta sorpresa da quanto le venga facile: le invenzioni portate avanti nel tempo, l’assoluta mancanza di rimorso. (E Jiang? – Ah, Jiang. – Dà ai genitori la notizia con la massima delicatezza di cui è capace.) Percepisce confusamente che un giorno quelle bugie finiranno per venire alla luce, è inevitabile, ma c’è ancora una parte di lei che spera non si arrivi a tanto; è ancora abbastanza giovane da pensare di poter mantenere con destrezza tutte le palline in aria».
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«Ispirata a un fatto di cronaca che aveva suscitato grande scandalo per le sue ripercussioni politiche e sociali, la trasposizione letteraria non poteva trovare autrice migliore di Claire Tham, nota per la sua critica sociale e lo sguardo caustico sulla natura umana, la scrittura limpida e la capacità di analizzare le tensioni tra individuo e società».
Quarterly Literary Review Singapore
Traduzione di Giovanni Garbellini
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