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ISBN 9788896317181
Pagine 384
Euro 16,50
Non è facile diventare grandi nella nuova Cina a metà strada tra capitalismo e comunismo: questo sembra dirci il giovane protagonista del romanzo d’esordio di Han Han, che fu letto in Cina da milioni di giovani portati a riconoscersi nelle esilaranti e sconfortanti avventure del quindicenne Lin Yuxiang alle prese con uno dei tre esami che spalancano, o sbarrano, le porte del liceo superiore e dell’università.
Caustico e tagliente Han Han ci mostra con dovizia di particolari una società corrotta e senza speranza. Non c’è alcuna saggezza a indicare una via: compagni di scuola uno più disadattato dell’altro, insegnanti che sembrano vivere sulla Luna, una coppia di genitori con troppe distrazioni per la testa introducono a un ritratto vivido e senza scampo del sistema scolastico cinese come mai era stato mostrato fuori dal Paese.
Dentro a una babele di linguaggi senza fine: è difficile conciliare quel che ti insegnano i classici della letteratura cinese, che Yuxiang cita a proposito e a sproposito, con quel che ti dicono i burocrati del Partito Comunista, e gli slogan della propaganda cozzano con la furente esigenza di insegnare lo spirito imprenditoriale, la concorrenza, la lotta per emergere che è la stessa scuola in Cina a proporre come modello di riferimento.
E non è nei testi del pop rock taiwanese e della pubblicità né in una cultura occidentale d’accatto che Yuxiang può trovare certezze: allora diventa inevitabile rifugiarsi in una sfilza di luoghi comuni e frasi fatte che non portano da nessuna parte, se non a rendere difficile la conquista della ragazza amata, impossibili i rapporti con i compagni, e ardua la via che dal lontano hinterland conduce al centro della scintillante Shanghai, al college prestigioso, alla Cina del futuro.
La Cina d’oggi, come nessuno aveva mai mostrato, raccontata con fresca originalità da una giovane voce che ha già iniziato a far parlare di sé il mondo.
«Lin Yuxiang aveva adocchiato tre organizzazioni: il circolo letterario, il workshop di giornalismo e il laboratorio radio-televisivo... Se non altro, le modalità di selezione erano innovative: disponevano dieci studenti intorno a un tavolo a discutere delle loro impressioni su un autore o un’opera famosa. Yuxiang fu destinato al tavolo numero due, perciò ebbe modo di osservare tranquillamente la carneficina al tavolo uno. Il responsabile teneva gli occhi strizzati, come se stesse valutando dei grilli, e poi selezionava chi si dimostrava più spietato. Alla fine, trionfò un logorroico che era andato fuori tema di diecimila li, e una studentessa protestò contro l’ingiustizia. Il professore alzò la mano e disse, indicando il tavolo: “Vi diamo le occasioni, sta a voi sfruttarle”».
«Una satira caustica e realistica della scuola e dell'autorità, scritta da uno sconosciuto. Le tre porte, pubblicato nel 2000, finì per vendere più di due milioni di copie, collocandosi tra i romanzi più venduti degli ultimi due decenni» , The New Yorker.
Traduzione di Silvia Pozzi
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