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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Il video di Xiaolu Guo al Babel Festival

Il Babel Festival di letteratura e traduzione di Bellinzona ha pubblicato l’intervento di Xiaolu Guo, autrice con Metropoli d’Asia di La Cina sono io e 20 frammenti di gioventù vorace, realizzato nel corso dell’edizione del 2016.

Insieme a lei anche lo scrittore Ma Jian, anche egli residente nel Regno Unito dopo che le sue opere erano state bandite in Cina. Si tratta di un’ora e trenta di video che permettono di conoscere più da vicino le storie dei loro protagonisti e il loro punto di vista su diversi temi, soprattutto politici.

Da notare che Metropoli d’Asia pubblicherà in autunno in italiano Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, libro autobiografico di Xiaolu Guo del quale è già possibile leggere o ascoltare estratti in inglese.

Tutti i video degli incontri sono disponibili su questa pagina.

Metropoli d’Asia a Karachi per Italy Reads Pakistan

The Spinner’s Tale, di Omar Shahid Hamid, ha vinto l’Italy Read Pakistan Award all’interno del Karachi Literature Festival, premio organizzato da Metropoli d’Asia in collaborazione con il Consolato italiano a Karachi.

Il premio ha come obiettivo quello di promuovere la conoscenza della letteratura pachistana direttamente in Italiano. Il libro uscirà infatti con la nostra casa editrice il prossimo autunno, come annunciato da Andrea Berrini.

La giuria era composta anche dagli scrittori pachistani Bina Shah, HM Naqvi e Salman Tariq Kureshi, che hanno selezionato il vincitore tra 19 candidati.

Once Upon a Time in the East, di Xiaolu Guo, letto su BBC Radio 4

Il nuovo libro di Xiaolu GuoOnce Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, che Metropoli d’Asia pubblicherà in autunno, è stato selezionato come libro della settimana su BBC Radio 4.

Se ne può quindi ascoltare la lettura, in inglese, di alcuni estratti divisi in cinque episodi: i primi anni in Cina; l’impegno del nonno per la famiglia e le sue tragiche conseguenze; Xiaolu Guo a Wenling; l’incoraggiamento del padre a fare la poetessa; una nuova carriera per Xiaolu Guo.

Xiaolu Guo sul Sunday Times

Una recensione del Sunday Times sull’edizione inglese di Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, libro di Xiaolu Guo che Metropoli d’Asia pubblicherà il prossimo autunno. L’articolo si concentra in particolare su alcuni aspetti drammatici della giovinezza di Xiaolu Guo, suggerendo un paragone con le esperienze narrate in Cigni selvativi, di Jung Chang.

Una recensione sul Financial Times del prossimo libro di Xiaolu Guo

Sul Financial Times, la prima recensione di Once Upon a Time in the East: A Story of Growing Up, libro di Xiaolu Guo che Metropoli d’Asia pubblicherà in autunno. Pochi giorni fa ne avevamo segnalato un estratto pubblicato sul Guardian, riguardante il trasferimento dalla Cina al Regno Unito. In questo articolo si parla anche di altri aspetti, come la sua infanzia molto difficile.

E adesso? recensito su Il giro del mondo attraverso i libri

Sul sito Il giro del mondo attraverso i libri è possibile leggere una bella recensione di E adesso?, di A Yi. Nell’articolo si parla della trama, mettendo in luce la psicologia complessa del protagonista-narratore.

Il mio consiglio: è un romanzo inquietante dove il narratore è il criminale stesso; un libro di memorie, giustificazioni e spiegazioni, una vera e propria discesa negli inferi.

(continua a leggere su Il giro del mondo attraverso i libri)


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I miei luoghi citato su Origami (La Stampa)

Il settimanale Origami, allegato a La Stampa, ha pubblicato una breve citazione da I miei luoghi, di Annie Zaidi.


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E adesso? recensito su Asiablog.it

Il sito Asiablog.it ha parlato di E adesso?, di A Yi, ponendo l’accento sulla trama, sul protagonista e sul ritratto della Cina offerto dall’autore.

Crede che la società sia malata, che gli esseri umani non siano altro che cadaveri in decomposizione, e si sente impotente davanti a tutto questo. Solo dopo essere fuggito nell’entroterra, si ferma a considerare le conseguenze delle sue azioni; e non per la vittima o per la madre di lei, che ha perso l’unica figlia, ma per la vita che adesso dovrà lasciarsi alle spalle, una vita tutt’altro che piacevole. Per aggiungere un po’ di brivido alla sua nuova esistenza di fuggiasco, lascia indizi alla polizia, sfidandola a trovarlo. È un gioco al gatto e al topo, in cui lui si vede nella parte dell’agile roditore che sfugge alla cattura. Ma più che un romanzo su una caccia all’uomo, E adesso? è un’indagine psicologica su una mente malata.

(continua a leggere su Asiablog.it)


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Amruta Patil su LezPop

Il sito LezPop ha dedicato un approfondimento alla storia e i personaggi di Nel cuore di Smog City, di Amruta Patil, l’unica graphic novel pubblicata da Metropoli d’Asia e solo la terza in India.

Amruta Patil, forse anche per i suoi studi americani, ha sopperito alla mancanza di tradizione di graphic novel in India in modo molto personale ed estremamente artistico. Non è, secondo me, un caso che sia anche una pittrice, perché la sua storia più che una graphic novel sembra un lungo susseguirsi di tavole e quadri intervallati da lunghe parti scritte incredibilmente poetiche. La storia è un po’ poianosa, ma per qualche motivo non risulta così triste. Tanto per cominciare la protagonista, Kari, ventunenne copywriter in un’agenzia pubblicitaria di commercio, nella prima tavola decide di saltare giù dal tetto in contemporanea alla sua compagna, Ruth, che è salita astutamente sul tetto di fronte casa sua.

(continua a leggere su LezPop)


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Il documentario su Nabarun Bhattacharya, raccontato su China Files

Su China Files si parla di Nabarun, del regista bengalese noto come Q, documentario su Nabarun Bhattacharya, autore con Metropoli d’Asia di Gli ammutinati di Calcutta. Il film era stato presentato lo scorso settembre a Roma, nel corso di Asiatica Film Mediale.

Nell’articolo Matteo Miavaldi, esperto di India, mette l’accento sul carattere inquieto dell’autore, sulle sue critiche alla società ritenuta troppo imborghesita nel quadro di una Calcutta undergound e turbolenta.

La vita di Nabarun Bhattacharya, morto a 66 anni per un cancro all’intestino, è stata un inno al disagio non accondiscendente, alla rabbia della strada contro i padroni, gli intellettuali, la società del consumo e la repressione della polizia, che proprio a Calcutta negli anni ’70 si abbatté con violenza contro una generazione di attivisti vicini e spesso – come lo stesso Nabarun – sovrapposti agli ideali rivoluzionari maoisti del naxalismo. Una vita passata a raccontare il proletariato e il sottoproletariato bengalese adottandone non solo lo sguardo prospettivo ma soprattutto il linguaggio crudo, diretto e sboccato, una lingua bengali «pura» contrapposta all’intellettualismo salottiero che contraddistingue l’élite colta e «di sinistra» calcuttina.

(continua a leggere su China Files)


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mcnespey@mailxu.com