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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post su kim young-ha

Kim Young-ha in Italia

In occasione dell’uscita dell’ultimo libro in uscita il 26 ottobre per Metropoli d’Asia, Memorie di un assassino, Kim Young-ha (già autore con la nostra casa editrice di L’impero delle luci e Ho il diritto di distruggermi) sarà in Italia per un tour di promozioni e interviste.

Il primo evento è a Torino, venerdì 23 ottobre alle 18 nella Libreria Bodoni.

Sabato 24 ottobre si sposterà a Milano per partecipare al Salotto di Grazia, evento al Castello Sforzesco di Milano in collaborazione con Bookcity.

Il giorno successivo, si terrà una presentazione all’interno di Bookcity, (l’evento su Facebook) dove converserà sul libro in compagnia di Edoardo Vigna.

 

Kim Young-ha e la Corea del Sud senza Samsung

Nel suo ultimo editoriale sul New York Times Kim Young-ha, autore per Metropoli d’Asia di L’impero delle luci e Ho il diritto di distruggermi, parla dell’importanza del successo in Corea del Sud di Samsung, società onnipresente in qualsiasi prodotto della vita di tutti i giorni.

Partendo dall’episodio recente di un malore che ha colpito il presidente del gruppo Lee Kun-hee, si chiede se l’economia e la società sudcoreane siano pronte a uno scenario futuro senza Samsung. Forse no, se non si permette a imprese più piccole di emergere rispetto alle chaebol che ne frenano lo sviluppo.

Ho il diritto di distruggermi su Le vie dell’Asia

Il blog di Marco Del Corona Le vie dell’Asia, ospitato all’interno del sito del Corriere della Sera, ha dedicato spazio a Ho il diritto di distruggermi, di Kim Young-ha. Il libro viene messo in relazione con Io ci sarò, di Shin Kyung-sook.

sono libri distanti, a cominciare dai tempi d’uscita e dal profilo degli autori, ma colgono rispettivamente due snodi storici cruciali della Corea del Sud, due fasi che l’hanno resa quella che è ora: la crisi finanziaria degli anni Novanta e la tormentata transizione da una sequenza di dittature fascistoidi alla democratizzazione degli anni Ottanta. Entrambi i romanzi contribuiscono a restituire visioni del Paese accomunate da un pessimismo a intensità variabile al quale è possibile reagire in modi diversi.

(continua a leggere su Le vie dell’Asia)

L’impero delle luci recensito sul blog di Lorenzo Mazzoni

Una recensione di L’impero delle luci, di Kim Young-ha, sul blog dello scrittore Lorenzo Mazzoni ospitato da Il Fatto Quotidiano.

Pubblicato nel 2006, il romanzo rappresenta una delle opere di spicco di un autore originale e provocatorio. Il protagonista, Kim Kiyong, proprietario di una piccola società d’importazione di film stranieri, inizia una sua tipica, banalissima giornata di lavoro. Come sempre si è svegliato in orario, i suoi affari vanno a gonfie vele e la famiglia lo adora. Tutto inizia nella più opprimente delle routine, ma, appena arriva in ufficio, basta un messaggio nella sua casella di posta a infrangere l’illusione di questa apparente normalità

(continua a leggere sul blog di Lorenzo Mazzoni)

The Suit, un racconto di Kim Young-ha

Su Words Without Borders è possibile leggere un racconto breve di Kim Young-ha, autore di Metropoli d’Asia di L’impero delle luci e Ho il diritto di distruggermi. Il titolo è The Suit.

My friend F’s call came in the middle of December, when the snow would not stop coming down and Manhattan was all but paralyzed. He said he had to get to New York right away but couldn’t find a hotel room since it was Christmas, and he asked if he could stay with us for a few days. My wife and I were living in a one-bedroom apartment so all we had to offer was a loveseat in the living room, but we told him he could come if he was OK with that.

(continua a leggere su Words Without Borders)

Kim Young-ha nella nuova onda coreana

Il settimanale Left ha dedicato un articolo alla letteratura coreana e alla sua nuova generazione di scrittori, anche alla luce dell’uscita del libro La letteratura coreana, di Maurizio Riotto, docente all’Università Orientale di Napoli.

Proprio in chiusura dell’articolo, viene citato anche Kim Young-ha, del quale Metropoli d’Asia ha appena pubblicato Ho il diritto di distruggermi.

Autodistruggersi a Seoul

L’editoriale di Andrea Berrini sull’uscita di Ho il diritto di distruggermi, il nuovo libro di Kim Young-ha appena uscito per Metropoli d’Asia. Originariamente pubblicato sul blog In diretta dall’Asia.

Tra me e la Corea si è formato una sorta di schermo. E’ l’unico grande paese dell’area che non posso dire di conoscere davvero. A Seoul sono stato quattro giorni in tutto.

Kim Young-ha è venuto a Mantova, lo scorso settembre. Ci siamo seduti attorno a un tavolo un paio di volte, insieme a sua moglie. Tortelli di zucca, certamente. Ma non ci siamo raccontati quasi nulla, e mi dispiace.

In Corea del Sud mi invitò anni fa una istituzione locale legata all’editoria. Insieme a un leggendario agente britannico (agente letterario, intendo, non James Bond) mi ritrovai a tenere discorsi a gruppi di editor (e più di che quel che dissi io, ricordo quel che imparai da Toby Eadie). Il pubblico di qui giorno era un giardino fiorito di faccine femminili, forse un uomo su venti ma non di più. Dovrei dire: piccole editor sorridenti, tutto molto orientale, ma il mio ricordo crea solo macchiette, è troppo sfrangiato e lontano. Chi lavora nell’editoria in Corea, mi dissero, sono le donne: nove su dieci. E la platea dei lettori non si discosta molto da quella squilibrata relazione percentuale.

Kim Young-ha è un omone, a confronto. Ne ho capito una forza e una convinzione in quel che fa, ma non so cosa ci stia dietro, che personalità, che formazione. È figlio di un militare di carriera, la sua giovinezza si radica in questa condizione, e non trova radici geografiche per i frequenti spostamenti ai quali è costretta la famiglia.

Quando decisi di acquistare Impero delle Luci, Young-ha mi fece avere un suo messaggio: diceva, non credevo che un editore italiano avesse il coraggio di pubblicarmi, e te ne ringrazio. Cosa intendeva dire?

Era convinto che nel paese del Vaticano il suo nome fosse off limits: a causa proprio di questo Ho il diritto di distruggermi, in libreria da oggi. Che gira intorno a una tematica “sensibile”: il protagonista è un killer a contratto, che aiuta a suicidarsi chi lo desidera. Esteta egocentrico, perversamente convinto di una sua missione: far emergere le pulsioni autodistruttive delle sue vittime, o beneficiari.

Gli scrissi che no, la censura Vaticana non ha questa forza. Ne ha, ma non al punto da impedirmi di pubblicare Kim Young-ha. Che forse si è fatto sviare dal moralismo delle cento sette cristiane presenti nel suo paese. Di Seoul, in quei quattro giorni scarsi, mi aveva colpito la proliferazione di croci: ovunque, sui tetti, grandi croci al neon colorate. Nemmeno fossimo in una degradata baraccopoli del terzo mondo: siamo al contrario in una metropoli modernissima, con pochi segni del passato, viadotti e autostrade, palazzi nuovissimi. Ma è evidente che la condizione di solitudine degli abitanti di Seoul non è distante da quella degli abitanti di una baraccopoli.

E questa cifra sudcoreana la si sente, nella scrittura di Kim Young-ha. Come fosse la storia che la Corea ha il bisogno di raccontare al mondo.

I romanzi di Kim Young-ha sono stati tradotti in Francia, Germania, Spagna, Turchia, Polonia, Cina e Vietnam. Una breve presentazione del romanzo e qualche nota biografica le trovate qui.

A Seoul bisognerà tornarci, prima o poi.

La Corea del Sud e il Nobel

Questa analisi cerca di spiegare perché la Corea del Sud (quest’anno comunque ben rappresentata dallo scrittore Ko Un) non ha mai vinto un Nobel per la letteratura.

Ci sono difficoltà innanzitutto legate alle traduzioni in inglese, secondo l’articolo ancora troppo poche per essere considerati per il premio, e c’è poi un problema generazionale, con alcuni buoni autori ormai morti o anziani, e una nuova generazione non ancora molto conosciuta.

Viene citato nell’articolo anche Kim Young-ha, del quale Metropoli d’Asia ha recentemente pubblicato L’impero delle luci.

Via: World Literature Today

Luigi Grazioli parla di L’impero delle luci, su Doppiozero

Su Doppiozero, progetto editoriale dove scrive anche l’editore di Metropoli d’Asia Andrea Berrini, lo scrittore Luigi Grazioli offre una recensione di L’impero delle luci, di Kim Young-ha, parlando sia dello stile che caratterizza il libro sia dello scenario in cui è inserita la narrazione (il rapporto tra le due Coree).

L’impero delle luci su L’Unità

L’Unità dedica una recensione a L’impero delle luci, di Kim Young-ha, mettendo l’accento sull’aspetto legato al rapporto del protagonista con le due città e le due vite che si trova di fronte.

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