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    La casa editrice di Andrea Berrini, scrittore e saggista. L’obiettivo: scoprire e tradurre narratori contemporanei asiatici che propongono scritture innovative.
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Tutti i post in cui compare la parola "han han"

Han Han su Saturno

Segnaliamo questo interessante approfondimento su Han Han, autore di Le tre porte, comparso su Saturno, supplemento del Fatto Quotidiano. Cecilia Attanasio Ghezzi inquadra il personaggio riproponendo i link a una serie di suoi interventi, ma allo stesso tempo dando conto del più ampio dibattito – viene citato anche Ai Weiwei – su quanto la Cina sia pronta per la democrazia.

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Il fenomeno della freemium fiction in Cina

Tra fiuto per gli affari e sfruttamento delle nuove tecnologie, prende piede in Cina la cosidetta freemium fiction, come spiega Publishing Perspectives in un articolo segnalato da Finzioni.

Non è una novità assoluta: molti degli autori giovani che più tardi hanno guadagnato notorietà anche internazionale hanno cominciato postando su Internet i loro lavori, che anche prima di essere poi pubblicati su carta in Cina erano conosciuti magari da centinaia di migliaia di lettori (ma in Cina i numeri sono sempre enormi, il paese è bello grande, come si sa).

Il nostro Han Han cominciò così la sua carriera: e il successo fu tale da poroiettarlo entro pochi mesi dentro all’editoria ufficiale.

Il sistema della freemium publishing è in realtà interessante per i suggerimenti che può fornire a noi editori italiani, che stiamo qui a domandarci perchè l’eBook non decolla nel nostro paese. E la risposta è: il Web ha regole sue.

L’idea di rendere disponibile sotto forma di rivista o antologia che esce a scadenze regolari dei romanzi che il lettore può iniziare senza pagare, decidendo solo in seguito se acquistare il libro completo è solo un indizio di quel che potrebbe succedere a breve anche in Europa.

Ad esempio cliccando qui  si può scaricare l’anteprima del nostro Le Tre Porte, di Han Han. Se ne possono leggere le prime pagine, e se piace lo si acquista.

Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere ai Cinesi

Questo servizio fotografico rende bene l’idea di come vivono la sessualità i giovani cinesi. Al contrario di quel che ci venne raccontato da scrittrici “scandalose” (Mian Mian e Zhou Wei Hui), i giovani cinesi ne hanno spesso una visione ingenua e naive.

Quantomeno, sono presenti molte diverse visioni. Per restare a Metropoli d’Asia, la storia d’amore e di disperazione raccontata da Zhu Wen in Se non è amore vero allora è spazzatura è ben lontana dallo stereotipo del sesso sfrenato, e il protagonista di Le Tre Porte di Han Han rimane, al contrario, confuso dai linguaggi della pubblicità e della moda che fanno della sessualità uno strumento del loro marketing.

Han Han e il sistema scolastico cinese

Una lettura che può essere interessante suggerire in questo periodo è un vecchio post di Han Han sull’abolizione dei temi scolastici, pubblicato nel 2008 in una raccolta di pezzi tratti dal suo blog, e tradotto in italiano da China-Files. Interessante perché in Le Tre Porte, il primo romanzo di Han Han uscito da qualche giorno in Italia pubblicato da Metropoli d’Asia, lo sfondo della narrazione è proprio nel sistema scolastico cinese.

Nella prima parte del post di Han Han sono evidenti alcune critiche a un sistema didattico che «non permette di esprimere le idee», ma la seconda parte è forse anche più gustosa nell’analizzare più in generale l’attività della scrittura (imposta) in rapporto alla lettura, «molto più utile di tanti temi scolastici che indeboliscono le capacità di scrittura e intervengono anche sul tuo subconscio».

Foto: Tricia Wang 王圣捷

Han Han visto dal New Yorker


Capire esattamente la ragione della fama così estesa di Han Han in Cina è difficile. E cosa ci dice della Cina la sua importanza nel paese? (…) Ma basta osservare per qualche mese le reazioni dei suoi fan e ciò che lui stesso scrive, per rendersi conto che la sua innovazione di successo è un tipo di humor molto particolare. Come fu per Henry Ford e l’automobile, Han Han non ha inventato la satira politica in Cina, ma l’ha messa a disposizione di vaste masse di giovani.

Così scrive Evan Osnos sul New Yorker in un bell’articolo, insieme a un suo profilo scritto in precedenza. Ma l’osservazione di Osmos ci spiega molto della cifra narrativa di Han Han, che riesce a scrivere romanzi densi di ironia e scene esilaranti.

Osnos cita Eric Abrahamsen di Paper Republic che riferisce a sua volta su Foreing Policy di un post di Han Han a commento della notizia di un gruppo di pescatori che, ritrovato in un fiume il corpo di un ragazzo annegato, chiesero alla famiglia di pagare per la restituzione della salma.

Con questa scelta stilistica Han Han raggiunge due obbiettivi: diverte il lettore, e si rende meno identificabile dalla censura. Come scrive Abrahamsen, Han Han “copre tutta la gamma tra il sarcasmo e la sottigliezza, senza risparmiarsi una legittima furia”. Che poi la sua scrittura non soddisfi gli accademici, beh, questa è altra storia.

Rassegna Han Han: China-Files e Sky Tg24

Seconda parte degli articoli pubblicati finora su Le Tre Porte.

China-Files, con un articolo apparso anche su Sky Tg24, ha ripercorso in un approndimento alcune tappe della vita e della carriera di Han Han, ricordando come Le Tre Porte sia stato il libro di maggior successo in Cina negli ultimi vent’anni. Su Caratteri Cinesi hanno pubblicato anche il primo capitolo e la postfazione:

Han Han è secondo nella lista del 2010 delle persone più influenti stilata dai lettori di Time, è corteggiato dal New York Times e apprezzato dall’artista dissidente Ai Weiwei che lo definisce un ragazzo “coraggioso, con le idee chiare, attivo e di spirito” il cui avvenire sarà quello del “becchino”. E cioè di chi metterà una pietra sopra a tutti gli scrittori e gli artisti che lo hanno preceduto. A differenza di molti suoi colleghi, in patria non è mai stato censurato. È un rallista, un blogger, un latin lover, uno scrittore e un editore.

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Rassegna Han Han: Corriere della Sera, Affaritaliani

Prima parte di una serie di articoli pubblicati finora sull’uscita di Le Tre Porte.

Il Corriere della Sera, con Marco Del Corona, aveva già da fine agosto dedicato un approfondimento a Han Han, alle sue attività letterarie e non, e ovviamente anche a Le Tre Porte:

Un anno fa, di questi tempi, doveva uscire il secondo numero della sua rivista. Ma aspettare sarebbe stato inutile, e Han Han lo sapeva. Un anno dopo, il nuovo Party non è ancora stato pubblicato né lo sarà mai. Editori in fuga, un’epidemia di prudenza, senza neanche bisogno della censura. Han Han se lo aspettava, l’aveva intuito quando debuttò la sua creatura, racconti e saggi ben impaginati, e il gusto di prendere a schiaffi una discreta quantità di convenzioni. Party è rimasto un numero unico.

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Affaritaliani ha parlato in un lungo articolo del libro, pubblicandone anche un’anticipazione:

Cina, fine anni ’90. Lin Yuxiang è un quindicenne che sembra avviato a una luminosa carriera. Nel suo percorso attraverso le tre porte di accesso agli studi superiori, però, dovrà scontrarsi con coetanei servili, professori corrotti e personaggi strampalati ed esilaranti, per trovare il proprio posto nel mondo: quello degli adolescenti ma anche quello, contraddittorio, della Cina postcomunista, a noi quasi del tutto sconosciuto. Che in questo romanzo di formazione “accidentata” è ritratto con uno sguardo nuovo, lucido e sarcastico: quello del blogger Han Han, a soli 28 anni ai vertici della classifica di Time Magazine, considerato più influente di Obama.

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Han Han in Occidente

Le Tre Porte, poco dopo la sua uscita, fu tradotto in francese e pubblicato, ma gli editori di altri paesi europei o nordamericani si dichiararono non interessati, nonostante i due milioni di copie cartacee vendute in Cina, a cui vanno aggiunti i download, legali e non, da Internet, dove il romanzo era circolato per diversi mesi acquisendo notorietà e divenendo il primo fenomeno di culto per i giovani cinesi.

A dieci anni di distanza Han Han viene acquistato da Simon & Shuster, inizia la sua collaborazione con il New York Times, e gli editori europei cominciano a leggersi i suoi lavori più recenti. Dopo Le Tre Porte infatti sono venuti altri sei romanzi.

A Pechino una giovane editor mi ha detto: “Io sono cresciuta con Han Han. Mi sono divorata Le Tre Porte a ventanni, e ne ho parlato con I miei coetanei, come facevamo tutti allora: era il nostro idolo”. Il romanzo di formazione del giovane Yuxiang, alle prese con il sistema scolastico cinese tanto burocratico e arretrato, quanto paradossalmente votato all’insegnamento della competizione e del carrierismo richiesti oggi a un giovane cinese, è il manifesto di una generazione che non ha vissuto né il maoismo né la primavera di Piazza Tienanmen, ma si trova di fronte semplicemente un paese che non capisce, o che non si fa capire.

È un paese che Han Han sferza dal suo blog: corruzione, inefficienze, indifferenza generalizzata. Verrebbe da utilizzare il termine: cattiveria. È la stessa cattiveria dei compagni di scuola di Han Han, che lo accompagnano nel suo percorso con le loro piccinerie e stravaganze, pronti a prostrarsi di fronte al potere e alle convenzioni.

Ma Han Han non salva neppure il suo Yuxiang: partecipe delle sue disavventure, simpatetico quanto può esserlo un autore con un personaggio nato dalla propria autobiografia, ce ne mostra l’ingenuità sorretta da una vitalità quasi disperata. Quel ragazzo è fuori come un balconcino, direbbe Han Han se fosse italiano. Eppure ha forza, determinazione, tenacia. E potrebbe sfangarla, dunque: come Han Han. E verrebbe da dire: quante similitudini con l’Italia, dunque!

Visitando Shanghai per la prima volta, chiesi se esisteva una giovane voce capace di raccontare l’ultima generazione, cresciuta nella Cina dello sviluppo e del mercato, un autore capace di confrontarsi con questi feticci. Sorprendentemente il nome di Han Han veniva fatto dagli scrittori più vicini all’establishment, come dalle voci dissonanti.

Han Han, fustigato al momento dell’uscita di Le Tre Porte dal mondo accademico, è oggi portato in palma di mano dall’Associazione degli Scrittori di Shanghai. D’altro canto, di lui parla con ammirazione un dissidente puro come Ai Weiwei, che era uno dei principali collaboratori della rivista letteraria che Han Han cercò di lanciare un anno fa, subito chiusa dalla censura.

Non si può rinchiuderlo in uno schema, Han Han. Rifugge dagli stereotipi, che sono, appunto, l’oggetto del suo scherno in Le Tre Porte. Tanto artefatti sono i gerghi degli strampalati, ma reali, personaggi che lo popolano, quanto corrosiva la loro storia e la traiettoria di Yuxiang. Un giovane studente cinese, ma anche un giovane studente in generale.

Aspettando Han Han: il “bad boy” della letteratura cinese

A un giorno dall’uscita di Le Tre Porte, ripeschiamo un profilo di Han Han scritto dal Time poco meno di due anni fa. E qui si parla proprio di Triple Doors, sottolineando l’ingresso di Han Han nella scena letteraria cinese come di un cambiamento generazionale, uno dei simboli dei giovani “post Anni 80″, figli del boom economico e meno interessati alla politica.

Nonostante una buona dose di spavalderia ed esuberanza giovanile (ad esempio: Han Han dice di non leggere romanzi da anni), su alcuni punti emerge anche un certo realismo. È quando si parla di politica che Han Han si fa più prudente, e di questo aspetto abbiamo già avuto modo di parlare. Non prevede cambiamenti epocali nel futuro della Cina, seppur considerando impellenti le questioni legate alla libertà di parola e culturale, e ammettendo che il futuro appartiene a quelli della sua generazione.

A questo proposito, ma su un fronte più “letterario”, di lui Ai Weiwei ha detto che è “coraggioso, lucido, dinamico e divertente”, indicandolo come il “becchino” che manderà in pensione i vecchi scrittori e artisti.

Ricordiamo poi che lo stesso Time ha inserito nel 2010 Han Han nella lista delle 100 persone più influenti dell’anno.

Foto: Wikipedia

Aspettando Han Han: “ ”

Due virgolette, con uno spazio dentro. In questo modo Han Han, consigliato di rispettare l’embargo imposto dalle autorità cinesi sulla notizia del Premio Nobel per la pace a Liu Xiaobo, commentò l’evento.

Un aneddoto che ci dice qualcosa in più sul personaggio, anche quando non dice niente.

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