Le lingue della Cina

Tania di Muzio è andata a scoprire i linguaggi delle regioni periferiche della Cina: mongoli, uiguri, kazaki, coreani, birmani: nelle zone dove queste etnie sono presenti resistono tradizioni non ancora uniformate al cinese mandarino ufficiale.

Vado lontano da Tian’anmen, la Porta della pace celeste. Vado lontano da Pechino, lontano dal centro, fino ai confini più remoti di questo paese che – laggiù – quasi non è più Cina. Trovo altri mondi, abitati da genti che sembrano appartenere ad epoche lontane: oggi solo due o tre giorni di treno, verso ovest o verso sud.
Queste immagini raccontano il viaggio in questi luoghi attraverso le lingue che quelle genti usano per declinare il loro immaginario di vita e morte. Sono linguaggi antichi, troppo lontani da Pechino per uniformarsi al cinese mandarino standard, ma troppo piccoli per sentirsi al sicuro dal pericolo di un’omologazione programmata dal centro e rinnovata ogni cinque anni. Queste sono le lingue al confino.

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