L’Asia e il Salone del Libro

Ovverossia: niente. Scorrendo la lista degli autori presenti al Salone del Libro di Torino scopriamo molti nomi russi e palestinesi (i due paesi ospiti), ma dall’Asia sudorientale nulla. Dopo l’infornata di indiani dello scorso anno la porzione di mondo che interessa a Metropoli d’Asia non è rappresentata, a parte qualche nome di autori americani o residenti negli Usa, che scrivono in lingua inglese.

È strana questa forma di rinuncia al “nuovo che avanza”. Persino i giornalisti più attenti cadono nella trappola di rendere della narrativa asiatica una visione ancora esterna. Si citano dunque il Man Asian Literary Prize di Hong Kong e i suoi vincitori, dimenticando che il premio viene assegnato in un concorso tra autori già tradotti in inglese o che scrivono in inglese: da qui i tanti filippini, indiani, e una scrematura sui cinesi che vede in primo piano gli autori non giovanissimi che già hanno trovato un’audience internazionale, e non le voci più giovani. Ma l’Asia arriverà presto…

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