Aveva impugnato il mattarello e giù botte da orbi a Ren Baoliang. Liu Yuejin osservava quel poveraccio che si proteggeva la testa con le braccia e le prendeva senza fiatare, continuando a masticare, quando a un certo punto non ce la fece più e andò a bloccare Niu Decao: «Basta, zio, dai, in fondo è solo un pollo arrosto. Anche se continui a dargliele, non è che te lo sputa indietro».
Ren Baoliang scoppiò a piangere: «Non è per il pollo, è che sono dentro da più di due anni e non mi è mai venuto a trovare nessuno».
Quando Ren Baoliang uscì dopo aver scontato la pena, per prima cosa andò al Villaggio dei Liu a trovare Liu Yuejin e gli portò dieci polli spennati, sventrati e puliti. Trascorsi cinque anni, era diventato capomastro in un cantiere di Pechino. In quel periodo non si erano visti, ma avevano continuato a scriversi. Dopo altri cinque anni, Liu Yuejin aveva divorziato e se n’era andato da Luoshui per la rabbia. Quindi aveva cercato Ren Baoliang, che lo aveva preso a fare il cuoco nel cantiere. Se non fosse stato un suo sottoposto, sarebbero rimasti amici, ma dove c’è gerarchia non può esserci amicizia. O meglio, Ren Baoliang poteva dire di essere amico di Liu Yuejin, ma Liu Yuejing non poteva trattare Ren Baoliang come tale. Oppure potevano anche comportarsi da amici in privato, ma in pubblico tornava in ballo la gerarchia. Liu Yuejin lo aveva capito: quando erano soli lo chiamava Baoliang, se c’era qualcun altro cambiava musica e lo chiamava direttore Ren.
Da Oggetti smarriti, di Liu Zhenyun