Ho continuato a seguire quel corso di poesia per un bel po’. Mi ero ripromesso di eliminare l’insegnante, se il corso non si fosse rivelato di mio gradimento, ma per sua fortuna le lezioni non sono state malaccio. Il poeta mi ha fatto ridere spesso e ha perfino tessuto le lodi di due miei componimenti. In questo modo si è guadagnato la mia clemenza, ma probabilmente non sa nemmeno di dovermi essere grato. Tempo fa mi è capitato di leggere la sua ultima raccolta di poesie – mio Dio, che delusione! Vi giuro, mi sono mangiato le mani per non averlo tolto di mezzo a tempo debito. Ma vi rendete conto? Perfino io, un killer provetto, a un certo punto mi sono rassegnato all’idea di dover tirare i remi in barca e lui, con la sua vena poetica da strapazzo, continua imperterrito a scrivere. Che faccia di bronzo!
Da Memorie di un assassino, di Kim Young-ha