Al cantiere sapevano tutti che Liu Yuejin era un furfante. I borseggiatori agiscono per strada, i ladri nelle case, mentre il suo territorio era il cantiere. Lui però non prendeva rotoli di vergella, cavi elettrici o giunti per i ponteggi, faceva il cuoco e quindi rubava in mensa. Non proprio all’interno della mensa, bensì al mercato. Ogni giorno si alzava di buon’ora per andare a fare la spesa. Erba cipollina, rape, cavoli, patate, carne e cipolle avevano i prezzi esposti ma, in un cantiere di centinaia di persone, si compravano quantità enormi e si poteva trattare sulle cifre. Cinque centesimi per mezzo chilo, quando si tratta di decine di chili diventano qualche yuan e, se uno compra sempre dallo stesso banco, può ricavarci anche qualcosa in più. Poi c’era la carne: filetto, pancetta o capocollo hanno prezzi diversi. Nel cantiere si diceva che a tutti gli operai era venuto il collo taurino a forza di mangiare i tagli scadenti rifilati da Liu Yuejin. Per dare del ladro a uno, tuttavia, bisogna prenderlo in flagrante: lui non si faceva beccare, quindi non era un ladro. Erano tutti furiosi non a causa dei furti, ma perché non riuscivano a coglierlo sul fatto. Il capomastro Ren Baoliang diceva: «Pensavo che i furfanti fossero quelli che riesci ad acchiappare, invece il più furfante di tutti è quello che riesce a farla franca».
Da Oggetti smarriti, di Liu Zhenyun