Adesso che ho perfezionato la Sua arte, devo anche perfezionare le Sue sembianze. Il Suo modo di camminare, parlare, vestire. Mi rendo conto di aver trascurato questi aspetti realistici della Sua personalità nella mia narrazione, solo perché non sono particolari ai quali ho accesso. In vita mia non ho mai visto il vero Rushdie di persona nemmeno una volta. L’ho visto solo in televisione, sulla sovraccoperta dei Suoi libri, su quotidiani e riviste. Che posso farci? Quanto a faccia e capelli, ho il mio barbiere del quartiere Nana. Anche lui condivide la fi losofi a di Dio. È bugiardo quanto Lui. La realtà della nostra faccia è noiosa. Meglio trasformarsi in personaggi inventati, in fi gure di fantasia, diventare quello che non siamo. Solo così avremo il mondo intero ai nostri piedi. È come smettere di occuparsi di automobili e passare agli aerei.
Da Autobiografia di un indiano ignoto, di R. Raj Rao
Posted by Metropoli d'Asia on marzo 9, 2016
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