Sul suo blog ospitato nel sito de Il Fatto Quotidiano, Lorenzo Mazzoni parla di L’uomo tigre, di Eka Kurniawan, inquadrandolo nel contesto letterario indonesiano e definendolo «un libro graffiante e dalla forte carica immaginifica», e sottolineando anche come sia un giallo atipico, dato che il colpevole si scopre già dalle prime pagine.
Utilizzando uno stile dai tratti esotici che ricorda García Márquez e V.S. Naipaul, e che deve molto alla tradizione della narrazione orale, Eka Kurniawan tratteggia una storia dai risvolti soprannaturali: l’omicidio di un incallito donnaiolo, Anwar Sadat, perpetrato da Margio, un ventenne in preda a traumi esistenziali dovuti alla violenta e non rieducabile condotta del padre.