Xiaolu Guo intervistata da Sul Romanzo

Il sito letterario Sul Romanzo ha incontrato Xiaolu Guo, autrice di La Cina sono io e 20 frammenti di gioventù vorace, appena uscito per Metropoli d’Asia. L’occasione è stata la partecipazione dell’autrice al Salone Internazionale del Libro di Torino.

Nel suo romanzo, descrive le impressioni di una ragazza che per la prima volta arriva a Pechino dall’entroterra cinese, che non vede l’ora di bere una coca cola ghiacciata e di «tuffarsi nello scintillio» della capitale. Ma lo scintillio è spesso facciata accattivante di un sistema aggressivo e standardizzante. Perché ha sentito di dover raccontare questa storia e quanto di autobiografico c’è nel personaggio di Fenfang?

Questo è il primo romanzo che ho scritto e l’ho ideato proprio quando lasciai il mio paesino nell’entroterra cinese per andare a frequentare la Beijing Film Academy. Provavo dei sentimenti molto forti e tumultuosi, stavo vivendo una transizione da semplice ragazza a giovane intellettuale. Guardavo i film di Godard e di Pasolini, leggevo Sartre e Simone de Beauvoir. Sentivo il bisogno di raccontare la storia di una giovane donna che riesce a scoprire se stessa. Ma volevo anche parlare dell’abisso che esiste fra la Cina tradizionale in cui ero vissuta prima di arrivare a Pechino e la nuova Cina, così influenzata dall’Occidente.

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