Tanto per riprendere il discorso iniziato alcuni post fa sulla differenza tra giallo a chiave e noir, a Taiwan: dall’India, un articolo su Lounge sul legame tra realtà e narrazioni. Dalla Cina, invece, un ragionamento sulla fantascienza: una giovane scrittrice di Pechino, Zhang Yue Ran, mi spiegò qualche mese fa che i giovani scrittori cinesi scelgono il fantasy come genere perché consente loro di staccarsi dalla realtà, a suo dire non interessante, della Cina di oggi. I più anziani hanno una predilezione per storie comunque ambientate nella storia e nella società, noi sentiamo il bisogno di ‘volare più in alto’, e quindi disancorarci dal presente. Nei suoi fantasy l’archetipo della porta che si apre su un mondo diverso e parallelo è sempre presente.
Il vero e il verosimile
Posted by Andrea Berrini on luglio 12, 2010
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