Tra Torino e Venezia

Tanti scrittori indiani al Salone, tanti articoli e servizi radio e tv. Forse poca discussione su temi generali, un po’ troppo show. Ma va bene lo stesso. Nagarkar, Satwik, Patil, i nostri tre autori, sono contenti delle loro presentazioni, interessanti, partecipate. Mica male Ambarish Satwik. Alla domanda dell’intervistatore riguardo all’India contemporanea, ha risposto con una domanda a sua volta, rivolta al pubblico. La riassumo così: mi spiegate perchè voi europei avete tutta questa attenzione nei confronti della letteratura indiana? Cosa, esattamente vi interessa di noi?
Ci ritorneremo con calma. Intanto salutiamo il Salone con questa illustrazione tratta dal blog di Amruta Patil:

Ora Venezia, (Incroci di Civiltà). Il nostro (Zhu Wen) ci parla di Cina venerdì 21. Sarà interessante chiedergli di DUANLIE (in inglese: ‘rupture’, o ‘broken’, o ‘split’) il suo Manifesto scritto alla fine degli anni novanta, e del gruppo di autori di Nanchino, crogiolo dove si formò Zhu Wen: su questo è molto bella la prefazione di Julia Lovell alla edizione inglese di I Love Dollars, da pag XII in avanti (I Love Dollars – Prefazione) La scelta di questo gruppo di scrittori, rimanere in patria nonostante la censura, trovare il modo di raccontare la realtà sociale di una Cina che cambia, fu criticata da alcuni dissidenti in esilio. Io invece penso sia stata una scelta coraggiosa (e sopratutto meno gratificante in termini di notorietà e guadagni). Accettando compromessi limitati (sostanziamente non mettere mai in discussione la sovranità nazionale sul Tibet e le pretese su Taiwan da un lato, e il ruolo del Partito Comunista dall’altro), gli autori residenti in Cina sono capaci di costruire critiche graffianti, di raccontarci chi sono i cinesi di oggi, e quali i pesanti risvolti negativi delle società nuova che si sta formando. E Dollari la mia Passione nè è un esempio chiarissimo.
Zhu Wen verrà anche a Milano martedì 25 maggio, alle 21, Largo Corsia dei Servi, presso ChiAma Milano.

  • http://indian-words.blogspot.com Silvia

    Ambarish è decisamente un bel tipo, sembrerebbe uno molto sveglio.
    Nagarkar per me è stato fra i migliori: sarcastico, intelligente, profondo.

    Che cosa ci interessa degli scrittori indiani? Ritrovare le stesse identiche emozioni, le stesse che proviamo anche noi, in un mondo del tutto diverso e (a volte) sconcertante.

janoski.rocco