Questo articolo su China Daily incrocia i miei interrogativi: che relazione c’è tra ciò che leggono e scrivono i cinesi e ciò che “va bene in Europa”, per usare il linguaggio dell’industria editoriale? Qui Jo Lusby di Penguin sembra accettare il punto vista che io ho già definito eurocentrico: in Europa interessano la Rivoluzione Culturale e le storie femminili scandalose, e secondo lei c’è molto da pescare.
Questo è un punto di vista da grande editore, ma a me pare andrà poco lontano. Dal Giappone giunsero inattesi un paio di decenni fa prima Banana Yoshimoto, e poi Haruki Murakami, ma spiazzando chi in quel paese cercava solo saghe da arti marziali. Quando un paese entra così prepotentemente sulla scena mondiale (la Cina), ecco che ne nasce una letteratura nuova. E arrivano i nuovi autori giovani.
Noi li abbiamo sott’occhio, al punto da sentirci inadeguati, piccolo editore indipendente che rischia di trovarsi tra le mani i nomi del futuro.
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