Di recente il Sole 24 Ore ha intervistato William Darlymple, ottimo scrittore di lingua inglese residente in India. Drlymple è però significativo di una tendenza riguardo alla narrativa asiatica che prima o poi si dovrà invertire: quella di privilegiare la lingua inglese come medium. perchè Darlymple è il direttore del festival di Jaipur, il più importante evento letterario di quella parte del continente? Molti amici indiani dicono, storcendo il naso: perchè non è indiano, è inglese.
Molti dei festival letterari pur interessantissimi – penso a Ubud in Indonesia, a Shanghai e Pechino, a Hong Kong, a Galle e perfino al Mountain Echoes in Buthan) vedono una preminenza di autori di lingua inglese che è quasi sospetta. Ma cosa raccontano gli indonesiani, che scirvono in Bahasa Indonesia? E i cinesi, che l’industria editoriale europea ancora non è riuscita a far decollare?
E un’altra domanda: in quale lingua che non sia l’inglese potranno parlarsi i paesi dell’Asia sudorientale? A quando un bel sito sulla letteratura del continente visibile magari in più lingue?